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ENTRO IL 30 gennaio 2026
massimo 12 partecipanti
quota di partecipazione €150

Per tenere un workshop devo necessariamente prendermi sul serio. Il compito mi riesce difficile: qualcuno mi ha detto una volta che la serietaÌ€ eÌ€ la malattia degli uomini malati di morte, come aveva ragione, eppure bisogna, tutti quanti: bisogna prendere in prestito dei ruoli, darsi un tono, parlare in un certo modo, specializzarsi, esercitare una professione — questo vogliono i cupi sacerdoti custodi del linguaggio.
Per secoli e secoli l’offensiva delle persone serie ha plasmato la nostra visione del mondo e il comico – stupido paggetto – eÌ€ rimasto relegato all’odioso ruolo di passatempo. E, di volta in volta, svenduto, prestato al cinismo, usato da politici irresponsabili e compatito dall’ironia, la sua compagna chic. CosiÌ€ che ancora oggi sta seduto in un angolo, aspettando di essere chiamato dal potere ad intrattenere, svagare, distogliere dal dolore. Tutti sembrano essersi dimenticati la sua portata rivoluzionaria.
Ridere eÌ€ cosa seria – ma come mi permetto – eÌ€ seria, ma mai seriamente.
Ridere eÌ€ un atto radicale. Un'esperienza liberatoria del mondo, la sola a presupporre la possibilitaÌ€ di cambiarlo: guardarlo al rovescio e smontare, una per una, tutte le regole che lo incatenano. Forse un po’ pretenzioso. Voglio solo dire che se c’eÌ€ un luogo adatto a sovvertire il comune senso del bene, questo posto eÌ€ di certo la scatola nera del teatro. Immagino questi cinque giorni come un atto fuori misura, da vivere una postura divertita verso tutto e in primis verso noi stessi. Nella pratica?
Si lavoreraÌ€ su un testo comico: saccheggiando le tecniche dell’assurdo, del nonsense, servendosi del ritmo e dalla musica per studiare l'andamento naturale di una risata, le sospensioni del surreale, le pause della commedia, gli accenti della caricatura.
Particolare attenzione sarà data alla parodia. Credo ci voglia molta classe e mestiere per mettere in ridicolo un capolavoro. Mi piacerebbe, dunque, che ogni partecipante portasse il suo monologo drammatico preferito, così che insieme
possiamo provare a rovinarlo.
CHI È ALICE SINIGAGLIA?
(La Spezia, 1996) si diploma in regia alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi nel 2022. Dal 2017 lavora con gli Scarti ETS di La Spezia. Scrive e dirige Domino (menzione speciale al Premio Scenario Infanzia 2018) e Il Canto del Bidone (finalista al Premio Scenario 2021). Dopo il diploma lavora come assistente alla regia affiancando fra gli altri Serena Sinigaglia, Manuel Renga, Giovanni Ortoleva e Carmelo Rifici. Dirige per Benedetta Parisi il monologo Funerale all’Italiana che debutta al Festival delle Colline Torinesi nel 2022. Dal 2021 è direttrice artistica del festival di teatro Under 35 Tutta la vita davanti – festival di teatro per vecchi del futuro, all’interno di Fuori Luogo La Spezia. Con Davide Sinigaglia scrive e interpreta Concerto fetido su quattro zampe spettacolo vincitore del bando Powered by Ref con debutto a Romaeuropa nell’autunno 2023. Nel 2024 firma la regia di Madri di Diego Pleuteri, produzione Corte Ospitale con sostegno del Bando SIAE promosso dal Mic. Durante il 2023/24 lavora come dramaturg in Sorry for What di Giulia Spattini e in L’Estasi della Lotta di Carlotta Viscovo e Angela Demattè.

