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Living Theatre Europa


(A New) Six Public Acts
 

22 aprile -  1 maggio

cv, lettera motivazionale e una risposta (video self tape) alle domande:
•⁠  ⁠Qual è la tua patria spirituale?
•⁠  ⁠Qual è la differenza tra un elefante e un fazzoletto?
•⁠  ⁠Uccideresti qualcuno per difendere la tua proprietà?

Living Six Public Acts 1976.jpg

Primo percorso di residenza artistica intorno alla tecnica del Living Theatre e al lavoro storico Six Public Acts, diretto da Gary Brackett e dai componenti del Living Theatre Europa,

negli spazi di carrozzerie.not

in collaborazione con

Teatro delle Bambole (Bari)

Teatro Kim (Bergamo)

KBB Orchestra (Milano)

Giuditta Sin (USA

Cosa può fare il teatro? Liberare l'impeto creativo nel popolo. Cambiare l'atmosfera. Cambiare i valori morali. Cambiare la percezione. Cambiare il modo di pensare. Cambiare la musica. Scendere in Egitto. Dagli schiavi. Cosa può fare il teatro? Può sedurre, folgorare, trascinare, informare, lusingare, e ispirare apertamente il proletariato, il Lumpenproletariato, i poveri, i più poveri dei poveri.

 La vita del teatro, Julian Beck

 

1970: Il Living Theatre si trasferisce in Brasile per lavorare nelle favelas brasiliane. Dopo un intenso periodo di collaborazione con questi più poveri tra i poveri, le attrici e gli attori del Living vengono arrestati e trascorrono tre mesi in prigione sotto il regime militare, dove assistono in prima persona alla tortura sistematica dei prigionieri. Al momento del loro rilascio, il Living Theatre si riunisce per chiedersi di nuovo: qual è la domanda bruciante di oggi? Si intraprese da allora una ricerca decennale sulle radici e sulle soluzioni alla violenza, intitolata L’eredità di Caino, che comprende Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico e Sei Atti Pubblici.

 

Partendo da questa stessa domanda, ogni partecipante del laboratorio contribuirà al processo di creazione collettiva. Il nostro punto di partenza per questo lavoro sono, infatti, le creazioni collettive del Living Theatre, alcuni dei più importanti capolavori del teatro moderno che hanno cambiato per sempre il rapporto tra attore e regista, tra pubblico e artista: Mysteries and Smaller Pieces, Antigone, Paradise Now, Sei Atti Pubblici e Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico.

CHE COS'È IL LIVING THEATRE?

Compagnia di teatro sperimentale fondata a New York nel 1947 da Julian Beck, scenografo, pittore e poeta, e dall’attrice e regista Judith Malina, il Living Theatre si colloca inizialmente nel panorama dell’Off Broadway proponendo un innovativo repertorio di matrice europea novecentesca e collaborando con giovani autori americani più o meno affermati. Dopo i burrascosi esordi il Living Theatre raggiunge il successo di pubblico e critica con The Connection, testo di Gelber diretto da Judith Malina andato in scena nel 1959. A seguito delle polemiche scatenatesi in seguito alla prima dello spettacolo The Brig nel 1963 – crudo copione di Kenneth H. Brown che ritrae la vita all’interno delle prigioni militari del Corpo dei Marines – la compagnia dei Beck è costretta prima ad abbandonare lo spazio del Teatro sulla Quattordicesima Strada e poi, nel dicembre dello stesso anno, il Paese. L’impegno in numerose manifestazioni pacifiste e iniziative di disobbedienza civile infatti valsero al Living una notorietà che andava ben oltre il ristretto ambito del teatro d’avanguardia e che lo rendeva, proprio a causa di questo impegno politico, “non gradito” al governo degli Stati Uniti. Dai  primi anni Sessanta la Compagnia concentra la sua attività in Europa - in particolare in Italia e Francia - con tournée e soggiorni di lunga durata. Sono di questi anni gli spettacoli considerati i capolavori della creazione collettiva come Mysteries and Smaller Pieces (1964), Antigone di Sofocle (1967) da Bertolt Brecht; Frankenstein e Paradise Now, presentato al Festival d’Avignone nel 1968 tra entusiasmi, scandali e polemiche.

 Il cosidetto Esilio Europeo della compagnia è anche il momento in cui il Living Theatre pone le basi programmatiche del proprio lavoro teatrale come il rifiuto della finzione del palcoscenico, l’eliminazione dei confini tra arte e vita e, di conseguenza, tra attorie pubblico. Il linguaggio scenico del gruppo si caratterizza negli aspetti gestuali e corporei, mettendo a frutto una rigorosa ricerca ginnico-acrobatica mirata alla creazione di effetti scenografici e volta al coinvolgimento fisico ed emotivo della platea. Negli anni Settanta il gruppo si concentra quasi esclusivamente sul teatro di strada creando spettacoli di fortissimo impatto come Sette meditazioni sul sadomasochismo politico (1973), La torre del Denaro (1975), Sei Atti Pubblici (1976) per poi tornare al teatro con Prometeo nel Palazzo d’Inverno (1978), Il Matusalemme giallo (1982), Archeologia del Sonno (1983).

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