Tre amiche di 15 anni. In montagna. Sono le 4.20 di notte quando le ragazze s’incamminano per raggiungere una cima all’alba. Il luogo è familiare: la Valle Stretta, panorama che ha fatto da sfondo a gran parte delle loro estati insieme. Per la prima volta vogliono raggiungere una cima da sole: senza genitori o figure adulte che indichino la strada. Quante regole imposte erano giuste? Quante si possono trasgredire? L’euforia adolescenziale delle prime conquiste d’indipendenza si scontra con la montagna. È notte quando partono. Tra rocce, rami da schivare e scherzi, la camminata diventa un’occasione per conoscersi più a fondo, confessare segreti e timori. Lo spettacolo indaga gli equilibri di un trio di amiche, ciò che accomuna e ciò che divide. Che impatto ha il racconto di una prima volta sulle proprie migliori amiche? A volte si festeggia, altre volte, spaventa. Ci si sente indietro, si ha fretta di crescere senza godersi quello che c’è: quando si diventa grandi? E quante volte può accadere? La fretta adolescenziale di voler bruciare tappe è analoga alla fretta di voler arrivare in cima, senza però fare i conti con la strada, gli imprevisti, il fiatone e le scorciatoie, sfidando le proprie forze e la natura: sfide che, in un luogo come la montagna, possono risultare fatali. Lo spettacolo accosta il linguaggio della prosa a un linguaggio in rima, che oscilla tra rap e slam poetry. Tutto lo spettacolo è accompagnato da una drammaturgia musicale originale dal vivo, composta da Flavio d’Andrea.