“La relazione pedagogica tesse nodi di doni, mappe di confini, arriva fin dove la vita ritorna, salva ed è esigenza di mondo”, scrive Giuseppe Ferraro, ed è in questa direzione che da anni lavoro in quello che considero un laboratorio permanente perché è la messa in luce di una poetica attraverso la pedagogia. Lo faccio intrecciando elementi autobiografici con una visione più ampia della storia collettiva, esponendomi e chiedendo agli allievi di esporsi in prima persona, cercando l’intimità tra chi ascolta e chi racconta e dando spazio a quello sguardo che rende unico il processo artistico di ognuno.

 

Per questa stagione Biografie/Ritratti sarà curato dalla compagnia Bartolini/Baronio. Con Michele Baronio continuiamo ad indagare il racconto che nasce dalle storie di vita. Lavorando con gli strumenti dell’attore-autore lo spazio vuole aprirsi alla ricerca di una “traduzione” del mondo fuori e dentro di noi per condividerne crepe e desideri.

Mettendo a disposizione la propria esperienza personale, per trasformarla anche, l’invito è quello di concedersi un tempo sospeso per cercare dentro limiti e possibilità di ognuno. Attraverso la scrittura, la narrazione e l’uso di materiali e linguaggi diversi (testi teatrali e letterari, canzoni, fotografie, musica, danza…) proviamo ad allenare la memoria personale e collettiva, provando a creare una narrazione fatta di piccoli gesti artistici. Un viaggio da fare insieme, in cui uscire dalla propria solitudine e apprendere che raccontare può anche essere un dono, un atto, a volte rivoluzionario, che quando accade ci fa tornare a casa, ci fa fare mondo, comunità, esperienza di quel rito collettivo che è il teatro. All’interno del percorso sono previsti incontri pedagogici con altri artisti che arricchiranno il lavoro attraverso la specificità dei loro linguaggi. Particolare spazio verrà dato al lavoro sul clown di Fiora Blasi.

 

Il laboratorio è rivolto a tutte e tutti, alla città, a chiunque stia continuando a cercare.