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FABIANA IACOZZILLI

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli

 

dramaturg

Linda Dalisi

performer

Giusi Merli, Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni e altri due performer in via di definizione

 

progettazione e realizzazione scene

Paola Villani

luci

Raffaella Vitiello

musiche originali

Tommy Grieco

collaborazione artistica

Cesare Del Beato, Francesco Meloni, Marta Meneghetti

 

produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival

 

con il sostegno di

Accademia Perduta, Carrozzerie | n.o.t, Fivizzano 27,

Residenza della bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo

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IL GRANDE VUOTO

Il grande vuoto è un lavoro che parla di storie d’amore tenerezza e morte. Lo spettacolo sarà composto da quadri con una autonomia drammaturgica. Al centro della costruzione scenica una domanda: saremo ancora in grado di trasformare il dolore in bellezza?

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CHI E' FABIANA IACOZZILLI?

Sono una regista e una drammaturga. Porto avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica, sulle potenzialità espressive della figura del performer e su un teatro dal forte impianto visivo. Il mio percorso artistico ha inizio con la regia dello spettacolo “Il lupo e i cinque capretti”. La favola ne aveva sette di capretti ma io avevo solo cinque compagne a disposizione per la messa in scena. Avevo otto anni e, in quella circostanza, ho capito che il teatro aveva a che fare con la libertà, l’invenzione, il coraggio e la gioia. La cosa mi ha entusiasmato.

Nel 2002 mi diplomo in regia presso il Centro Internazionale La Cometa di Roma e dal 2003 al 2008 sono regista assistente di Pierpaolo Sepe e assistente di Luca Ronconi negli spettacoli Il professor Bernhardi e Le rane. Dal 2011 sono membro del Lincoln Center Directors Lab (Metropolitan/New York). Durante gli anni della formazione incontro Elisa Bongiovanni e Giada Parlanti e con loro do vita alla compagnia Lafabbrica, alla quale in seguito si uniranno anche Marta Meneghetti e Ramona Nardò. Abbiamo vissuto anni bellissimi, condividendo l’amore per il teatro dell’assurdo e la costruzione del testo a partire dall’improvvisazione.

Con la trilogia dell’attesa ci siamo imposte all’attenzione nazionale grazie anche ai numerosi riconoscimenti ricevuti tra cui il premio Play Festival 2013 (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa) che ci ha portate a debuttare al Piccolo Teatro di Milano. Negli stessi anni Lafabbrica è diventata compagnia residente presso il Teatro Vascello di Roma, teatro con il quale collaboro ancora oggi. Incontro poi l’autrice Tiziana Tomasulo e con lei e gli attori de Lafabbrica lavoro al progetto Da soli non si è cattivi.  Nel 2018 nasce “La classe un docupuppets per marionette e uomini”, premio Inbox 2019, premio ANCT 2019 e premio UBU 2019 per il miglior progetto sonoro. Questo spettacolo ha avuto una lunga, lunghissima gestazione, ha subito infiniti cambiamenti ed io con lui. Durante la sua lavorazione ho perso dei collaboratori preziosi ma ne ho incontrati degli altri, sono stata spericolata perché ho scelto di lavorare con il teatro di figura e ho avuto paura perché sono stata spericolata nello scegliere di lavorare con il teatro di figura. La cosa mi ha entusiasmato, ancora una volta.

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