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ODIOLESTATE

08 | 09 settembre

h20:30

SHOWCASE

MATILDE D'ACCARDI / BAUBÒ

Baubò è un monologo che parla di malattia e del rapporto tra medico e paziente. Parte dal racconto di fatti reali per prendere traverse finzionali e svolte oniriche. Nasce dal bisogno di rompere una serie di tabù e di provare a scherzare in maniera dissacrante su ciò che, normalmente, viene passato sotto silenzio. I protagonisti sono Matilde, una donna di 33 anni figlia di medico, e il suo utero, affetto da fibromatosi e oggetto di un massiccio intervento chirurgico. Ma la narrazione non si ferma alla storia clinica autobiografica, anzi, prova a superarla, affrontando il rapporto con la figura materna, la medicalizzazione del corpo femminile, l’orologio sociale, la paura della morte. Nonostante la protagonista sia una donna e la sua malattia riguardi l’utero, Baubò non vuole essere un “monologo al femminile”, anzi: aspira a parlare a un pubblico più variegato possibile, per creare uno spazio di riflessione e liberazione collettiva sul rapporto col proprio corpo e le cure che può e deve ricevere. Baubò è anche un’indagine sul linguaggio e uno spazio di sperimentazione del confine che separa, o meglio unisce, teatro e stand-up comedy.

NOEMI PIVA / MATRIOSKA

Partendo dalla matrioska, che mette a disposizione di un’idea la sua natura profondamente metaforica, il lavoro indaga la figura materna e l’affermazione dell’io in relazione ad essa, permettendo poi a fantasie, immagini e significati altri di stratificarsi e convivere al suo interno.

“Per effetto matrioska si indica un qualsiasi oggetto o processo ricorsivo i cui elementi si ripropongono uguali a sé stessi, annidandosi l’uno dentro l’altro potenzialmente all’infinito.”

La scena si apre su un paesaggio surreale di cui ogni elemento è foderato dallo stesso materiale a pattern.

Una stanza verde accoglie due figure apparentemente identiche ma con ruoli distinti: generatrice e generata (bambole ai vertici della matrioska) si incontrano, fondono e confondono dando consistenza ad una serie di situazioni attraversate le quali si prende gradualmente coscienza dell’esistenza di un mondo fuori. Un “intorno” differente rispetto a quella che fino ad allora appariva come unica realtà plausibile.

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CHI MATILDE D'ACCARDI?

Matilde D’Accardi è drammaturga e attrice. Ha studiato recitazione alla Silvio D’Amico e si è formata come scrittrice teatrale sul campo. I suoi incontri più importanti sono stati Francesco Manetti, Manuela Cherubini e José Sanchis Sinisterra, su cui ha concepito una tesi di laurea magistrale in teatro nel 2020. Negli anni ha scritto alcune opere originali, oltre che elaborato traduzioni e riscritture a partire da testi di Sofocle, Euripide, Machiavelli, Ariosto, Shakespeare, Molière, Stoker, Conrad, Landolfi. Ha lavorato come autrice e dramaturg con Kanterstrasse Teatro, Gabriele Paupini e Bit Quartet, ARMITOTeatro, Alessandro Marmorini, Sus Babi Teatro e il Teatro Parioli P. De Filippo, Valentina De Giovanni, Camilla Piccioni e Florian Metateatro, Dante Antonelli, Vittoria Faro e TestaccioLab. Con Nicola Sorrenti nel 2013 ha fondato il duo comico U-Combo, che si occupa di food event e performance. Con vari artisti ha fondato nel 2015 Ansi Lumen Teatro, gruppo di teatro multimediale, e GRA, collettivo residente per due anni a Spin Time Labs. Dal 2017 lavora con Tommaso Capodanno, con cui ha dato vita a numerosi spettacoli, insieme alla scenografa Alessandra Solimene - l’ultimo spettacolo, “Tutto” di Rafael Spregelburd, è andato in scena nel 2022 al Teatro India e al Festival di Spoleto. Da più di 10 anni si esibisce con il Circolo Gianni Bosio. È stata la direttrice artistica della Libreria Teatro di Tlon, a Roma. Ha collaborato a lungo con Freeda. Ora si occupa anche di editing, copywriting e sceneggiatura.

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CHI NOEMI PIVA?

Noemi, classe 1997, è un'artista di di danza contemporanea con base a Torino. Dal 2021 fino a gennaio 2023 fa parte dello staff della NOD che, fra le altre cose, le permette di realizzare il duo "Vedere te (1322)", vincitore delle vetrine Vuoti D'Aria e Flic*25 2022 e dei premi "Miglior coreografo" di Corpo Mobile e MoveOff '23. Lo scorso anno Noemi vince il bando nazionale Permutazioni grazie a "Considero casa", in cui coinvolge le danzatrici Sara Chinetti e Federica Siani. Ad esso si collegano, in un ideale trittico progettuale, "Am I the landscape?" -video finalista de La danza in un minuto, e selezionato per FuoriFormato festival- e "Tra, o sulle cose in mezzo" -pensato per spazi non convenzionali-. Il primo studio di quest'ultimo viene presentato presso lo Spazio Giallo di Roma ed è selezionato dalle call InsOrti e Trasparenze. Tramite Periferie artistiche Noemi lavorerà quest'estate al suo nuovo progetto "Matrioska" presso il supercinema di Tuscania, spazio attraversato in precedenza grazie a Nuove Traiettorie XL che la seleziona nel 2022. Le prime esperienze ufficiali con la coreografia sono avvenute per Noemi tramite il bando RESart, che le ha permesso di realizzare due progetti inediti per il corso di formazione Vivo Center.

Dal 2018 Noemi danza inoltre per diversi artisti provenienti dal territorio nazionale e internazionale.

ODIOLESTATE - menzione speciale

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GIULIA SCOTTI / DANIELA

Nella mia famiglia ci sono storie che non vengono raccontate nella convinzione che quello che non si dice non si saprà mai.

Della storia di mia zia nessuno ha mai detto niente a me e a mio fratello, quello che sapevamo era che mio padre aveva tre sorelle e che adesso noi abbiamo due zie e che pertanto una delle tre non era più viva, Daniela. Non ho ricordi di lei da viva, ne di noi due insieme. C’è una sua fotografia, quella sì la ricordo, non mi è mai piaciuta, è un po’ sgranata, un po’ anonima, e la faccia di mia zia è gialla, o almeno così mi sembrava quando la guardavo da bambina. E’ la foto che si consegna agli amici e ai parenti il giorno del funerale. Quando è morta nessuno me lo ha detto. Ho un’immagine di quel pomeriggio. Sto camminando per la casa, mi fermo davanti al bagno dei miei genitori, ho come un presentimento. La porta è semi aperta, io guardo dentro: c’è mio padre, in piedi, con le braccia lunghe, tese, appoggiate al lavandino, sta piangendo, piange disperato, trema, si scuote, ma senza fare rumore. Ricordo di essermi preoccupata perché non avevo mai visto mio padre piangere. Sono cresciuta e non ci ho più pensato: mia zia era morta e la morte fa venire tristezza, per questo, immaginavo, nessuno ne parlava mai. Poi un giorno, avevo venticinque anni, mio padre è venuto da me e mi ha raccontato la storia di Daniela. Lo ha fatto senza fermarsi, senza omettere niente, come se aspettasse quel momento da tutta la vita. Questa è la storia di mia zia come l’ho saputa da mio papà, è la storia di un uomo che vuole salvare sua sorella dalla morte ma non ci riesce. Quasi tutto è vero, alcuni pezzi sono inventati.

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