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ENTRO IL 31 ottobre 2024
massimo 18 partecipanti
C’è confusione intorno all’arte dell’attore. Sembra che tutto si riduca a due concetti tanto diffusi quanto generici: “sensibilità” ed “energia”. Non c’è niente di male nel dire che un attore debba avere sensibilità ed energia, ma questo non aiuta a circoscrivere il suo campo d’azione ed ad individuare gli strumenti specifici del suo lavoro: anche il musicista, il danzatore o il pittore debbono possedere sensibilità ed energia. Tutto ciò genera in molti attori la sensazione frustrante di procedere alla cieca, senza avere una “bussola” su cui orientare tecnicamente il proprio lavoro.
Attraverso improvvisazioni, esercizi e giochi, i partecipanti prenderanno coscienza del proprio personale e unico strumento e del modo in cui questo giustifica, incarna e fa “accadere” l’evento del teatro. L’attore è sia strumento che strumentista, è insieme il creatore e il materiale stesso della propria creazione. Il laboratorio porrà l’attenzione sugli strumenti fondamentali dell’arte dell’attore: il proprio corpo, la propria voce, lo spazio fisico in cui si agisce e la capacità “schizofrenica” di guardarsi da fuori per sorvegliare l’efficacia e la coerenza del proprio racconto scenico. Ogni vero attore è per forza di cose anche un autore.
Su questi fondamentali si eserciteranno i partecipanti al laboratorio, prima analizzandoli separatamente e poi nella loro interrelazione scenica: il lavoro sulla voce naturale, non accademicamente impostata, con lo studio del parametro della proiezione attraverso la recitazione in coro; attraverso improvvisazioni guidate e la composizione di brevi scene mute i partecipanti impareranno a percepire e a leggere, “dal punto di vista del pubblico”, le linee di forza drammaturgiche che si generano tra gli attori in base al semplice posizionamento del loro corpo nello spazio scenico ed alla direzione dei loro sguardi; infine lo studio sulla costruzione di un racconto scenico efficace e coerente attraverso la realizzazione di breve improvvisazioni guidate, sviluppando la capacità “schizofrenica” di guardarsi da fuori per sorvegliare l’efficacia e la coerenza del proprio agire spettacolare.
Il laboratorio non fornirà tecniche, trucchi o stili di recitazioni prefissati, ma intende portare gli allievi a confrontarsi con le questioni fondamentali della recitazione, in modo che ognuno sia in grado di produrre le proprie personali risposte.
CHI È MASSIMILIANO CIVICA?
Reatino, classe 1974, dopo una Laurea in Storia del Teatro alla Facoltà di Lettera dell'Università La Sapienza, Civica svolge un percorso formativo composito che passa dal teatro di ricerca (seminari in Danimarca presso l’Odin Teatret di Eugenio Barba) alla scuola della tradizione italiana (si diploma in Regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico) per poi compiere un apprendistato artigianale presso il Teatro della Tosse di Genova (a contatto con il magistero di Emanuele Luzzati e il sapere scenico di Tonino Conte). I suoi primi spettacoli (Andromaca, Grand Guignol, La Parigina, Farsa) sono ospitati nei più importanti teatri e festival italiani. Nel 2007 vince il Premio Hystrio-Associazione Nazionale Critici Teatrali e il Premio Lo Straniero (assegnato dall’omonima rivista diretta da Goffredo Fofi) per l’insieme della sua attività teatrale. Sempre nel 2007, diventa Direttore Artistico del Teatro della Tosse di Genova, dando vita al progetto triennale Facciamo Insieme Teatro, che vince il Premio ETI Nuove Creatività. Nel 2008 per lo spettacolo Il Mercante di Venezia, prodotto dalla Fondazione Teatro Due di Parma, vince il Premio UBU per la miglior regia. Nel 2009 gli viene assegnato il Premio Vittorio Mezzogiorno. Nel 2010 dirige Un sogno nella notte dell'estate di Shakespeare, prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria e dal Romaeuropa Festival. Nel 2011 dirige Attraverso il furore di Armando Pirozzi, che debutta al Festival Inequilibrio di Castiglioncello. Nel 2012 dirige Soprattutto l’anguria di Armando Pirozzi, in corealizzazione col Teatro di Roma e in collaborazione con il Romaeuropa Festival. Nel 2015 per lo spettacolo Alcesti di Euripide, prodotto da AttoDue e dalla Fondazione Pontedera Teatro, vince il Premio UBU per la miglior regia, mentre Monica Piseddu vince il Premio UBU per la miglior attrice protagonista. Nel 2017 per lo spettacolo Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, vince il Premio UBU per la miglior regia, mentre Armando Pirozzi vince il Premio UBU per la miglior novità drammaturgica. Nel 2018 gli viene assegnato, per l’insieme della sua attività teatrale, il Premio Hystrio alla regia.
Per il triennio 2018-2020 è consulente artistico alla Direzione del Teatro Metastasio di Prato.
Come studioso ha collaborato con la cattedra di Metodologia della Critica dello Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma, e, nel biennio 2007-2009, ha tenuto la cattedra di Regia presso l’Accademia di Belle Arti di Genova. Dal 2013 tiene il corso di alta specializzazione in recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico di Roma, di cui, dal 2015, è membro del Consiglio d’Indirizzo.