Laboratorio teatrale per fanciulli cresciuti poco e male (under 35)

In Italia, c’è chi è giovane per sempre. E non è felice.
Non solo per uno stile di vita precario e scapestrato, ma anche perché i veri adulti nei palazzi di potere sono sempre pronti a darci una lezione, coi 6 in condotta o i manganelli. 
Per loro, dovremo ripetere la maturità fino ai quarant’anni. 
E così invecchiamo, ma nessuno cresce. 
È la cosiddetta sindrome di Peter Pan. Chi ne è affetto, crede di essere un eterno teenager. 
Ma l’alternativa qual’è? Crescere non significa più scontrarsi con il peso delle responsabilità, perché intorno a noi preme un sistema che ci vuole 
eterni minorenni, che vuole rimpicciolirci e mantenerci per sempre dipendenti da una grande Madre Mercato pronta a realizzare ogni nostro desiderio e a favorire ogni nostra difficoltà . 
E allora che fare? 
Pagare i contributi e ingrigirsi in qualche posa moralista, oppure restare costantemente in questo asilo nido dei trentenni?

Quest’anno prenderemo spunto da Peter Pan di J.M. Barrie, per esplorare il senso di cosa significa essere giovane e essere adulto oggi, chi sono stati i nostri genitori e perché sarebbe bene liberarsene. Rileggeremo i personaggi e i conflitti dell’opera con il filtro della nostra esperienza, biografica, a partire dalla nostra posizione nel mondo.

Attraverso un intrigante lavoro di drammaturgia e di improvvisazione, con lavori di gruppo e singoli, ciascun partecipante sarà motivato ad affinare un suo stile teatrale personale, un modo di abitare la scena autonomo, per sviluppare testi e scene teatrali che andranno a comporre lo spettacolo finale.